#250

Nella parola fine c’è un senso liberatorio. Mentre pronunci FI sai già che lascerai qualcosa nel passato, quando arrivi alla N hai la consapevolezza del tuo presente e quando dici E ti senti proiettato nel futuro.

E.R.

IO TI ASPETTO E VINCO

Io continuerò a lottare per un mondo senza confini. Terrorizzami e io viaggero’ di più. Usa la violenza e io tirero’ fuori tutta la mia benevolezza.
Minaccia la mia sfera personale e io amerò sempre più a pieno cuore. Blocca la mia apertura verso il prossimo e io creero’ nuovi legami più forti.
Colpiscimi e io affermero’ di più la mia libertà. Violenta le mie idee e io proteggero’ più forte la mia identità culturale.
Non farmi dormire la notte e io continuerò a curare la mia coscienza laica, inclusiva e democratica.
Vestiti di nero e io porterò tutti i colori dell’arcobaleno perché qui non c’è posto per il tuo chador.
Spaventami e io non avrò paura perché nessuna guerra è persa finché si continua a lottare.

E.R.

AS A SUNSHINE

I’ll close my eyes and I’ll look on.
It’s within us that will be better things.
You’ll always be my home.
In my heart we’ll be together as in every place.
I’ll still dream you and in my dreams I’ll hug you strong to feel your soul.
When I’ll be missing you the sky will smell like you.
I’ll always love you as you love sunshine; sofly and faraway without ever having it.

COME LA LUCE DEL SOLE
Chiudero’ gli occhi e guarderò.
È dentro noi che troveremo le cose migliori.
Sarai sempre la mia dimora.
Nel mio cuore saremo insieme in ogni luogo.
Ti sognero’ e nei miei sogni ti abbraccero’ così forte per poterti sentire meglio l’anima.
Quando mi mancherai nel cielo respirero’ il tuo profumo.
Ti amerò per sempre come si ama la luce del sole silenziosamente e distante senza mai possederla.

E.R.

SE UN LEONE POTESSE PARLARE

NON LO CAPIREMMO COMUNQUE. Il mio linguaggio è la poesia, con le parole ho combattuto. Le parole non c’erano più quando ho conosciuto la malattia. Le parole formano storie, fanno innamorare o fanno finire l’amore.
Parole non dette o appena sussurrate.
Le parole a volte fanno ridere, altre ancora piangere.
Le parole sono potenti fanno scoppiare le guerre, ma possono ancora far tornare la pace.
Sono leggere come il soffio del vento o pesanti come un pugno nel petto.
Chi dice sono solo parole
e che tutto sarà più facile col tempo.
Niente è solo una parola.
E’ così che i cuori vengono spezzati.
Le parole sospese a mezz’aria e quelle urlate al cielo che nessuno ci ascolta.
Inizia tutto come un’amicizia e
l’addio sarebbe più semplice
se alla fine fossimo estranei.
Le parole scritte e le parole pronunciate.
E quelle che per sempre ci tengono legati.
Le parole sono poesia o al tempo stesso arroganza ipocrisia.
Le parole sono come un ponte io sto da una parte e tu dall’altra parte.
Le parole ci fanno avvicinare o poi di colpo allontare.
Le parole sono infinite serie di combinazioni o prove continue, tentativi ed errori. Le parole sono come una freccia che lascia un segno nel cuore o frasi sparse anche senza alcuna conclusione.

E.R.

FELICITÀ IMPERFETTA

Sul treno in partenza dalla stazione, il mio viso riflesso sul vetro cambio espressione.
Nelle orecchie “Walking on the moon”, strofino le mani per farle scaldare.
Un bambino mi siede davanti, si guarda le scarpe incrocio di sguardi.
Le luci brillano sulla strada, pulisco il vetro la mano è bagnata. L ‘orologio in ritardo di quattro minuti, metto in fila i ricordi che passano muti.
Nel treno avverto una presenza superiore, mi mordo nervosa il labbro inferiore. Alzo gli occhi ti cerco laggiù, dal finestrino la felicità imperfetta si dissolve nel blu. Il paesaggio sembra un dipinto di Van Gogh, gli amori imperfetti non si fermano più. Sposto i capelli portandoli su, sento un profumo che non mi piace è Light Blu. Un aereo lascia un segno bianco nel cielo, il vetro si appanna faccio un disegno. Scendo, mi guardi e ti volti; poi sali e nel blu ti dissolvi.

E.R.

Media Freedom

Secondo un sondaggio dell’Eurobarometro diffuso oggi, il 57% degli europei non crede che i propri media nazionali siano liberi da pressioni politiche o commerciali, e appena il 53% pensa che forniscano un’informazione affidabile. E’ l’Italia, tra tutti i Paesi Ue, quello che nel 2016 ha registrato il numero più alto di minacce e pressioni contro giornalisti e altri operatori dei media. Il dato emerge da uno studio dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali,diffuso oggi in occasione di un incontro sul tema ospitato dalla Commissione alla presenza del vicepresidente Timmermans. Basandosi sui numeri del progetto ‘Mapping Media Freedom’, il documento segnala per l’Italia 92 casi di minacce o pressioni dall’inizio dell’anno a settembre. Scorrendo la classifica, in Francia ci sono stati 55 casi, in Polonia 29, in Ungheria 28. Zero casi in Danimarca, Repubblica Ceca e Slovacchia. I numeri, segnala comunque lo studio, potrebbero essere sottostimati da Paese a Paese, in quanto non c’è stata un’uniformità nei metodi di raccolta dei dati, per cui il primato negativo dell’Italia potrebbe anche essere sovradimensionato. Per il nostro Paese, tuttavia, la situazione appare in peggioramento: i casi segnalati in tutto il 2015 erano stati infatti 82. E 58 nel 2014. Lo studio riprende anche il rapporto di Reporters sans frontieres diffuso ad aprile: nell’indice della libertà di stampa mondiale, l’Italia si piazza al penultimo posto in Europa, seguita solo dalla Grecia. Prima in classifica la Finlandia, seguita da Olanda e Danimarca.”E’ triste, ma non possiamo più dare per garantiti dei media liberi e pluralistici – ha affermato Timmermans durante l’incontro, parlando della situazione generale dell’Europa -, una sfida che ha un profondo impatto sul funzionamento della nostra società”. Voglio rispondere così a quelli che mi chiedono perchè nonostante la mia Laurea io non  lavori per una testata giornalistica. La mia testa non è in vendita.

E.R.