Stop! E’ l’ora della pausa caffè. Vi siete mai chiesti cosa significano i simboli: @, &, $, €, #, ►, ? La chiocciola, “at” è comunemente usata negli indirizzi e-mail. Secondo Giorgio Stabile, docente dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’antica Grecia, la @ indicava la parola anfora nel suo valore specifico di unità di misura, di capacità e di peso. Poi cominciò a essere usata nella contabilità per indicare “al tasso di”, espressione a cui si deve anche la sua prima apparizione su una tastiera di macchina da scrivere nel 1884. La svolta si ebbe nel 1972 quando l’ingegnere e programmatore americano Ray Tomlinson la scelse per il significato di “presso” (at) che ha nell’inglese, per semplificare gli indirizzi di posta elettronica di Arpanet, la rete da cui è nata Internet. La & commerciale è un logogramma, eredità del latino, quando le lettere “e” e “t” della congiunzione “et” venivano scritte con un solo tratto di penna: la sua invenzione è attribuita a Marco Tullio Tirone, segretario di Cicerone. Dagli anni dell ‘800 la & commerciale nei paesi anglosassoni è nota come ampersand, e si usa per unire i nomi dei diversi soci di un’azienda. All’origine del simbolo del dollaro $ che compare sulle banconote statunitensi esistono diverse versioni. Secondo alcuni infatti fu il presidente americano Thomas Jefferson a inventarlo, partendo dal monogramma delle sue iniziali (TSJ) . Altri ritengono invece che derivi dalla sovrapposizione della U e della S di United States. In seguito la U, per ignoranza, o per errori di trascrizione, fu sostituita da due linee (II). Molto probabilmente però la sua origine è spagnola. La famiglia reale spagnola aveva nel suo stemma due colonne (le colonne d’Ercole di Gibilterra) e una bandiera spiegata su cui era scritto “Plus Ultra”. Questa immagine appariva sul peso spagnolo e poi su quello delle colonie, e assomiglia abbastanza al moderno segno del dollaro. Attualmente, per velocizzare la scrittura, viene sempre più spesso utilizzata una sola barra. Per quanto riguarda invece l’euro, €, l’inventore è Arthur Eisenmenger, un designer tedesco nato nel 1914 e morto nel 2002. Nel 1975, poco prima di andare in pensione, era il capo del reparto grafico della Comunità Europea e ricevette il compito di disegnare un simbolo per identificare l’Europa stessa. Inviò così la proposta alla commissione europea di Bruxelles dove rimase chiusa nei cassetti fino al 1997 quando Jacques Santer la presentò alla stampa di tutto il mondo per la prima volta; ma l’inventore non ricevette alcun riconoscimento ufficiale per la creazione del simbolo dell’euro. L’hashtag o come si diceva una volta il cancelletto è originato da un’antica abbreviatura latina (N maiuscola sbarrata) per indicare la parola “numerus” o “numero” e come tale si ritrova nelle carte manoscritte dei secoli passati. Negli Stati Uniti, in cui quest’uso è ancora vivo, è anche detto number sign ed è spesso utilizzato al posto del carattere №. Indica una posizione numerica: #1 significa (e si pronuncia) number one. Il simbolo play ►, triangolo che punta a destra è riconosciuto in tutto il mondo come indicatore della partenza di un video o di un brano musicale, al punto di essere diventato il logo stesso di Youtube. Secondo il sito Gizmodo risalirebbe agli anni ’60, quando l’audiovisivo era ancora in bobina: allora si pensò che una freccia (il triangolo) fosse il simbolo più adatto indicare il verso di andamento della bobina, verso destra. Il simolo di USB rappresenta il tridente di Nettuno; su ogni punta c’è una diversa figura geometrica (cerchio, triangolo, quadrato) che indica come attraverso il collegamento USB si possano connettere tra loro dispositivi diversi.
Il simbolo Share “condividi” è stato inventato da Alex King nel dicembre 2006 e rilasciato sotto Creative Commons Attribution, fino a quando, un anno dopo, è stato acquistato da ShareThis: i tre cerchietti uniti da 2 linee stanno proprio a indicare l’idea di unione e condivisione.
Il simbolo del Bluetooth è ispirato al secondo re di Danimarca Harald Bluetooth che passò alla storia per il tentativo di unire la Scandinavia in una grande nazione nel 10° secolo. E’ diventato poi una tecnologia che si accontenta di unire il telefono al pc e all’auricolare. E il simbolo altro non è che una fusione grafica delle sue iniziali, H e B, in caratteri runici.
Le origini del simbolo power risalirebbero invece alla Seconda Guerra Mondiale quando gli ingegneri cominciarono a usare, 0 e 1, cifre del sistema binario per indicare accensione e spegnimento. Nel 1973, la Commissione Elettrotecnica Internazionale ha codificato che il cerchio aperto con una linea al suo interno indicasse ‘stato di stand-by’. L’Istituto americano degli Ingegneri Elettrici e Elettronici, tuttavia, ha deciso che era troppo vago e ha modificato la definizione in “power” (accensione).
E.R.