STALKING

Io non ti conosco ma se ti conoscessi ti abbraccerei e ti direi grazie.
Grazie per aver lottato come me, per aver superato una battaglia interiore.
Quando la giustizia non c’è e devi farcela da sola.
Quando conta di piu il buonismo e il perbenismo. Ti chiedi perché quando l’hai lasciato ti ha perseguitato giorno e notte alienandoti, non per amore ma per possessione. La violenza non è solo fisica e quella psicologica è ancor più dolorosa. Poi una mattina non cerchi più risposte ma fai della tua debolezza un punto di forza. Decidi di aiutarti da sola e di fare sentire la tua voce.

Questa è una storia; ma sono tante le storie di donne che ogni giorno sono vittime di violenza.
Per non dimenticare che tutte noi possiamo farcela, ho interpretato una piccola parte nel film “Stalking” di Luigi di Benedetto. Buona visione.

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E.R.

IL CAFFÈ DEL MARTEDÌ

Giusto il tempo di una riflessione per la vostra pausa caffè. Lo avete forse notato, ma è molto probabile che non vi siate mai chiesti il perché: i soggetti delle vecchie fotografie non sorridono praticamente mai.
Alcuni sostengono che la causa sia la scarsa igiene personale del passato e che la gente non sorridesse nelle foto per non mostrare la dentatura rovinata da carie o denti assenti. E’ una teoria interessante, ma confutabile dicendo che se tutte le persone dell’epoca avevano i denti cariati, il fatto di vederli o meno in fotografia non sarebbe stato notato, essendo una cosa normale. In fondo, la bellezza e l’estetica sono sempre in relazione all’epoca nella quale si vive.
Una seconda teoria è quella del problema tecnico.
Agli inizi del 900 era normale impiegare dal mezzo minuto alla decina di minuti per poter registrare un’immagine e, per eseguire il ritratto, il soggetto doveva rimanere immobile per tutto il tempo di scatto. Ovviamente un’espressione neutra era molto più comoda da mantenere per 10-15 minuti, rispetto ad un sorriso. E la fotografia all’epoca era molto costosa per cui non si poteva correre il rischio di rovinare uno scatto con un viso mosso a causa di un sorriso.
Un’ultima teoria è che nel 17° secolo le uniche persone che si era abituati a vedere sorridenti, nella vita di tutti i giorni e nelle opere d’arte erano i poveri, i maliziosi, gli ubriachi, gli innocenti e i burloni (o i comici), ragion per cui nessuno voleva apparire così scattandosi una fotografia sorridente.
Mark Twain in una lettera inviata ad un giornale scrisse: «Una fotografia è il documento più importante e non c’è nulla di peggiore che passare alla posterità che con uno sciocco e stupido sorriso fissato sulla faccia per l’eternità».

E.R.

Lettera alla ex moglie

Oggi è il compleanno della mia ex moglie, quindi mi sono alzato presto e le ho comprato un regalo, un biglietto e dei fiori. Poi mi sono recato a casa sua per aiutare i miei figli a prepararle la colazione. Come sempre, mi hanno chiesto perché facessi ancora questo tipo di cose per lei. È irritante sentirselo chiedere continuamente. Quindi voglio spiegarvelo una volta per tutte.

Sto crescendo due giovani uomini. Per loro sono un esempio – il modo in cui tratto la madre influenzerà il loro modo di trattare le donne. Anche in amicizia o nelle relazioni professionali. Credo che il mio comportamento nei confronti della madre, ora che siamo divorziati, sia molto importante per loro.

Quindi, bisogna sempre dare un buon esempio ai propri figli. Bisogna sempre volere il meglio per loro e fare del proprio meglio per loro. Non riguarda i nostri sentimenti, ma le loro vite.

Dobbiamo crescere degli uomini per bene. Allevare donne forti. Per favore. Il mondo ha bisogno di questo tipo di persone!

E.R.

Carota/Uovo o Caffè?

“C’era una volta la figlia di un vecchio agricoltore che si lamentava costantemente della sua vita e di quanto fosse difficile andare avanti.  Era stanca di lottare e non aveva voglia di nulla; quando risolveva un problema, subito ne compariva un altro e questo la faceva rassegnare e si sentiva sfinita. L’agricoltore chiese a sua figlia di avvicinarsi alla cucina della capanna e di sedersi. Poi, riempì tre recipienti con dell’acqua e li mise sul fuoco. Quando l’acqua iniziò a bollire, mise in un recipiente una carota, in un altro un uovo e nell’ultimo alcuni chicchi di caffè.  Li lasciò bollire senza dire una parola mentre la figlia aspettava impaziente senza capire cosa stesse facendo il padre. Dopo venti minuti, il padre spense il fuoco. Prese la carota e la mise in una tazza. Prese l’uovo e lo mise in un piatto. Infine, versò il caffè. Guardò la figlia e le disse: “Cosa vedi?”.  “Una carota, un uovo e del caffè”, fu la sua risposta. La fece avvicinare e le chiese di toccare la carota. Lei lo fece e notò che era morbida. Poi le chiese di prendere l’uovo e di romperlo. Lei tolse il guscio e vide che l’uovo era duro. Poi le chiese di provare con il caffè. Lei sorrise al piacere di sentire il suo dolce aroma. Umilmente la figlia chiese: “Cosa vuol dire questo, papà?” Egli le spiegò che i tre oggetti avevano affrontato la stessa avversità: l’acqua bollente. Tuttavia, aveva reagito ognuno in modo diverso.  La carota era forte e dura, ma dopo essere stata nell’acqua bollente, era diventata debole, facile da spezzare. L’uovo era fragile, il suo guscio sottile proteggeva un interno liquido, ma dopo essere stato nell’acqua bollente, il suo interno si era indurito. Il caffè, però, era unico: dopo essere stato nell’acqua bollente, aveva cambiato l’acqua stessa. “Tu quale sei?” chiese alla figlia. “Quando le avversità si presentano alla tua porta, come rispondi? Sei una carota che sembra forte, ma poi quando arrivano le avversità e il dolore, diventa debole e perde la sua forza? Sei un uovo, che all’inizio ha un cuore malleabile e uno spirito fluido, ma dopo una morte, una separazione o un addio, diventa duro e rigido? Fuori sembra lo stesso, ma all’interno come si è trasformato? Oppure sei come il caffè? Il caffè cambia l’acqua, l’elemento che gli causa dolore. Quando l’acqua arriva al punto di ebollizione, il caffè sprigiona il suo sapore migliore.  Se sei come i chicchi di caffè, quando le cose si mettono male, reagirai al meglio e permetterai che il mondo intorno a te migliori.”

E voi, quale di questi tre elementi siete?

E. R.